Collezione epigrafica. iscrizioni napoletane. ii

Âèòàëèé Ëåîíåíêî
L’  UNIVERSO

Sono tuo pienamente,
son felice di essere tuo,
come la porta, per la quale entri ed esci,
come la tua stanza pulita e piena di luce,
come il lastrico nero del tuo cortile,
come la tua citta', come il mare, il sole
carezzante le tue guance e i tuoi capelli.
Sono tuo senza rimanenza,
piu' di quel che tu possa immaginare.
Ma tu conosci bene chi sei? Tu credi
d’essere come tutte ai Quartieri Spagnoli,
(magari la migliore, e tuttavia...)
una ragazza la cui vita gira tutta
in motorino, tra casa e la bottega dello zio,
qui e la', su' e giu', lungo via Girardi... Ma senti,
sebbene ti sembrera' forse un po’strano.
Un’ora verra' in cui lo percepirai senza parole,
nel silenzio, nell’essenza propria delle cose.

Sei veramente la Terra, Gea, il mio dolce pianeta
che dona da vivere a tutto cio' che vive.
Sei l’Universo nella cui profondita' sconfinata
si incontrano le origini ed i destini.
Sei il mattino che mostra al mondo il sole
come un bimbo neonato. Sei il mezzogiorno
rischiarante tutti i figli d’uomo e d’animale.
Sei la sera che regala riposo e quiete.
La tua voce si alza come il canto delle stelle
nella calma della notte. Il tuo odore raccoglie
le fragranze di tutti i fiori, ma all’infinito
li supera tutti. E inalandolo l’animo mio
si sente di esser al sommo della gioia.
Il tesoro della tua bonta' non sara' esaurito
per tutte le generazioni iscritte nei fogli della Sibilla
che il vento dei tempi diffonde... E nessuno...
E' impossibile, che nessuno dei tuoi ragazzi non veda
quel roveto ardente dall’eternita' nei raggi
dei capelli castani.
Ma perche' a me si rivela?
Sono tuo pienamente,
son felice di essere tuo.
Ma nei tuoi occhi
sono un estraneo, vengo dall’Egitto...