Collezione epigrafica. iscrizioni napoletane i

Âèòàëèé Ëåîíåíêî
Parentes, fratres, hic innocentes simul vestri iacent pueri. Iam mundi brevissima nunc, coeli aeterna. Fruentes vita eourumque vobis non vestra, sibi applicantes suffragia. 1625


Parenti e fratelli, qui giacciono insieme i vostri innocenti giovani. Pero' le cose di questo mondo sono passeggere, le cose del cielo sono eterne. Essi, che fanno offerte per le loro vite, ( invece di) voi, a se stessi fanno gli suffragi che non sono vostri.


(L’iscrizione in latino volgare sulla lastra di pavimento nella cappella del Purgatorio.
Castel Nuovo, s. XVII.)




LA  PORTA  DI  MARMO



Non c’e' marmo nel mio paese. E' ricca di pino
di betulla, di alno, di muschio e di mirtillo,
di lingue di sabbia sul fiume, ove la pioggia
cancella ogni impronta d’uomo e d’animale,
ed un passo sbagliato al pantano promette
sparizione ed oblio di tutto il mondo.
Non esiste roccia, su cui Augusto o Traiano
intaglierebbe le sue gesta in memoria dei millenni.
Nel mio paese non si sentiva la Sibilla
e nessun com’ Enea scese nel regno dei morti.
Un bicchiere di vodka si mette sulla tomba di zolle
e se ne beve un altro, asciugando gli occhi
in silenzio...


E durante la mia infanzia
non riuscivo a capire, perche' in quel bosco remoto,
ove spesso andavo nella stagione dei funghi,
non cantava all’ alba, e neanche al tramonto,
nessun uccello. E finora ho ignorato
quante migliaia, o quante decine di migliaia
sotto le radici degli alberi sono nascosti,
senza lenzuoli, senza l’ultime preghiere, senza chiudere gli occhi,
nulla dai parenti, nulla dai fratelli,
se non qualche grammo di piombo.


Non m’accompagnano in visioni notturni,
e non sento le loro voci alla luce del giorno.
Nel sordomuto tacere degli alni e degli abeti,
non c’e' tranquillita' e come vivere oltre
non so. E chi o cosa mi fa sentire
la gioia di inalare la freschezza di primomattino,
di portare in braccio il bimbo, baciandolo teneramente...
Son fuggito. Ho attraversato mezzo mondo
e ora, estraneo, sto in ginocchio nella cappella
del Purgatorio, dove altre migliaia di piedi
scesero senza tornare, e l’iscrizione
semicancellata invoca di non dimenticarli.
Ti prego, Partenope, vergine, aprimi la porta,
di sollevare permettimi questa lastra pesante,
per vederne anche i miei, innumerosi,
per sentire da loro dove tendere il mio cammino.
Eccomi in ginocchio. Non mandarmi via.
Ho lasciato la casa, ora trovo la strada di casa.
Abbi pieta', fa che raggiunga la pace
con la terra, il sole, il cielo, con i miei bambini
non ancora venuti al mondo...


Appoggio l’orecchio
al marmo liscio, attento al suono tacente
che emana calore e pace e calma materna.
Come fuori del tempo, nel silenzio primordiale,
quella Regina e Madre con le sue ali di colomba
riscaldava le acque invisibili e oscure.


Nel silenzio, prima aurora del mondo...