Il sogno della Russia Italian

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Il sogno della Russia (Italian)
IL SOGNO DELLA RUSSIA

La Russia dorme nella rugiada fredda
e sogna
di essere l’America,
che i suoi chiacchieroni siano uomini del congresso
che i suoi fannulloni siano disoccupati
che i suoi delinquenti siano gangster
che i suoi ubriaconi siano tossicodipendenti
che i suoi speculatori siano businessman
che i suoi russi siano neri
e che debba volare sulla Luna

la Russia si sveglia con i sudori freddi
tutto sembra al suo posto
i chiacchieroni sono chiacchieroni
i fannulloni sono fannulloni
i delinquenti sono delinquenti
i russi sono russi
e si deve solo atterrare
nella zona assegnata

e la Russia s’addormenta di nuovo
e si desta in lei l’idea russa,
che l’America dorme e sogna
di essere la Russia

I TORMENTI DELLA PAROLA

Dal silenzio dei sensi
e dal volere dell’intelletto
nasce l’argento:
la parola.

Essa insegna i primi passi
al tempo.
Essa insegna a stare al proprio posto
allo spazio.
Essa insegna a volare
al pensiero.

L’argento
in cui la vita conia
i tratti dell’eternità,
l’argento,
in risposta al tintinnio del quale
si può udire
una parola talmente buona
al tintinnio della quale
si voltano
grandi uomini e belve addomesticate
e dinanzi al quale si inchinano
elefanti e balene,

poiché da sempre
il compito della parola
è tenere la Terra
e il compito dell’uomo
è tenere
la Parola.

* * *
In cerca di un posto
dove non ci siano funzionari,
ma abbondanza di versi e canti
m’immergo nel folto del bosco
come negli arzigogoli dell’antica scrittura slava.
La vita
è dietro ogni albero,
il sole
scrive il giorno con caratteri miniati,
qui io credo nell’avvenire
del canto degli uccelli
ad uso di chi sfoglia le foglie,
e dico a me stesso:
che bello quando in ognuno
c’è
almeno un
poeta.

ACCOMPAGNANDO IL POETA

Ecco il poeta
alla fine è divenuto poeta.

Ecco il volto del poeta
alla fine
ha ricevuto il suo riflesso.

Ecco i fiori
ecco le mani
sul petto del poeta.

Ecco coloro che vanno
dietro al poeta
poeti Tang
poeti prefiche
alcuni poeti non riconosciuti

alcune scuole
la scuola di Mileto
la scuola del lago

alcuni amici
che inventano ricordi
su come abbiano bevuto
con il poeta

la vedova del poeta
che ricorda che
avrebbe potuto essere la moglie del poeta

alcune donne
che pensano
che avrebbero

alcuni nemici
che riflettono su come
li chiameranno

ecco gli uccelli figli del poeta

ecco il popolo creatore della lingua che domanda
dietro a chi vanno

ecco il poeta
nella posa
degna di un poeta

ecco coloro che stanno sopra di lui
nella posa di chi sta sopra di lui

ecco la terra
degna di coloro
che sono in lei
e su di lei.

ecco il monumento al poeta
nella posa
degna di un monumento.

ecco gli uccelli figli del poeta

ecco la terra
ecco il popolo
ecco il poeta.

* * *
In primavera
le voci dei bambini
si diffondono
per tutto
il mondo.
Volano
fino alle stelle
più lontane
e,
scortovi il proprio riflesso,
ritornano indietro
sulla terra
ad autunno inoltrato
come un eco:
così
incomincia
la neve.

* * *
Un profeta affermò:
noi viviamo
sul vivo
d’un vulcano!

Inutilmente.

Lenta
si raffredda la lava
in cui sono stati
arsi vivi i sordi.

Lenta si raffredda
la fama
in cui è stato
arso vivo
il profeta.

* * *
Con la parola
fermarono il sole
per il tempo della battaglia.

E noi dobbiamo batterci per tutta la vita
in cerca della parola

che fermerà tutte le battaglie
per la vita
sotto questo
sole obbediente.



CIELO NOTTURNO

Il cielo notturno
sopra di noi
è il cielo
diurno degli abitanti celesti:
le stelle
sono lanterne
in mano a Diogeni
senza fine
sul sentiero infinito
alla ricerca
dell’Uomo.

* * *
Con un cenno del pennello
dipingo
te
che stai otre al buio degli orizzonti
a grandezza naturale.

Lo spazio senz’aria
tra di noi
è inciso
dall’attrazione delle nostra labbra:
viene edificata
l’unica parola
indispensabile,
quella che può essere pronunciata
soltanto
in due.

NINNA NANNA

Dormi
nel sonno
attraverso il tuo cuore
passerà impercettibile
la notte

Essa porterà con sé
le ombre dei dubbi dell’alba
i papiri delle offese del giorno
i bioccoli dell’ansia della sera

Domattina
sarà nuovamente
luce nel cuore

puoi nuovamente
dubitare
del mondo

* * *
In attesa
di una vita ardente
gli eroi dormono
intrepidi

in una scatola
di fiammiferi

GIOIE PASSEGGERE

Giunge
la primavera dell’uomo:
tutti vogliono
camminare sull’erba verde
nessuno vuole
arare e seminare.

Giunge
il mattino dell’uomo:
tutti vogliono
ricevere lettere d’amore
nessuno vuole
distribuire la posta.

Giunge l’eternità:
tutti gridano
istante
fermati!

Nessuno ormai
vuole
perdere
il proprio tempo.

LA QUESTIONE RUSSA

Kalaanikov?
Baryanikov?
Baryanikov?
Kalaanikov?

Baryanikov?
Kalaanikov?
Kalaanikov?
Baryanikov?

Kalaanikov?
Baryanikov?
Kalaanikov?

Baryanikov?
Kalaanikov?
Baryanikov?

COMPITO A CASA – 1

Non ripetete la storia! Ripetete
la fisica: con il calore
i corpi si dilatano
e bruciano. Sui roghi e nei forni,
con gli antichi inquisitori e con
il recente Hitler. La polvere di Giordano Bruno
non risorgerà in altri mondi
quando noi, signori dei mondi
l’avvicineremo. Ma questo è
storia. Ripetete l’aritmetica:
due al quadrato, quattro. Ma
Sacco e Vanzetti nel quadrato della cella
non sono uguali a quattro investigatori in libertà. Ma questo…
Ripetete la geometria: già Archimede
era inscritto nei propri schizzi
da un soldato di professione, lontano
dai circoli scientifici. Oggi
il legame tra i soldati e la scienza permette già
di seppellire tutti nel globo terrestre, ma questo
è lo sviluppo della storia. Ripetete
la geografia: gli europei
hanno scoperto l’America, ora l’America
è pronta a ricoprire l’Europa, ma questo
lo dirà la storia. Ripetete
l’astronomia: il sole
è lo stesso per tutti, ma non tutti sotto di esso
sono solari allo stesso modo, e non tutti
di notte osservano le stelle, e le stelle
si abbatterono non soltanto sulla terra ferma,
ma anche nella carne dell’uomo, e questo
è storia… non ripetete
la storia
!

LEZIONE DI ANATOMIA

Scusatemi
alunni
ma dal mio scheletro
non verrà fuori
nessun buon sussidio didattico

Ancora da vivo
io amavo tanto la vita e la libertà
da rompermi la cassa toracica
per dare spazio al cuore
e da ogni costola
cercavo
di creare una donna

Ancora da vivo mi rompevo
la testa
sulle questioni della vita

Ma allora
che cranio e cranio

* * *
Guardi avanti
con i tuoi occhi peccatori vedi

che gocce
fan gorgheggiare
gli oceani per il diluvio universale
e chi le versa spera
di restare a galla

che da scintilla e scintilla
scaturisce
un incendio mondiale
e chi l’accende spera
di scaldarsi le mani

in segreto fabbricano l’arca
scavano bunker
promettono con chiarezza
castelli in aria

t’affretti a tornare in te
a voltarti indietro

a vedere con gli occhi chiusi
il ricettacolo della vita il bosco
il gioco delle ondine e dei pesci
in fiumi ancora puliti

sotto la sezione aurea del sole
l’oceano-mare dà alla luce
la dea dell’amore dalla spuma

ed ecco che qualcuno come sulla terra
cammina sulle onde ormai quietate

le voci dei bambini dal giardino d’infanzia
sulle tombe degli avi rumoreggiano i giardini
il silenzio nei giardini convegni di saggi
ancor oggi cela
l’albero della conoscenza del bene e del male
il giardino dell’eden

procedi così
indietreggiando nel futuro


COMPASSIONE

Mi fan pena i russi. Le loro lacrime
Sboccano nel mar Caspio
Mi fan pena gli ebrei. Il fumo della loro patria
Mangia gli occhi. Mi fan pena i tedeschi, ché
A nessuno fanno pena. Ho pena degli uomini
Di Neanderthal, essi, estinguendosi
Credevano nell’uomo. Mi fan pena
Gli americani, a loro, mi pare,
non fa pena nessuno. Mi fan pena
Gli aborigeni, li nascondono in vestiti
Alla moda. I navigatori mi fan pena,
s’imbatteranno comunque nella terra ferma.
Mi fan pena i geografi, essi
Non vedono la terra dietro il globo.
Mi fan pena gli astronomi, ripongono
Tutta la speranza nella notte.
Gli storici mi fan pena, non riescono
In alcun modo a inventare
Una storia migliore…

LINGUISTICA

Gli inglesi si mangiano
un sacco delle loro lettere
evidentemente come conseguenza
della propria politica coloniale

I cinesi
si entusiasmano
per ogni proprio segno
allorché gli stranieri
spalancano gli occhi in silenzio
alla vista della scrittura cinese

I tedeschi cacciano
persino i propri verbi
nei vicoli ciechi delle frasi
si capisce subito
che è successo qualcosa
che si devono soltanto mettere al riparo dal presente
per chiarire
ciò che è successo

È gran peccato in greco
non ricordare la saggezza
degli antichi greci

le lingue romanze a tratti
odorano di latino volgare

il georgiano aiuta i georgiani
come l’italiano gli italiani
a gesticolare con le mani

Gli estoni
nuotano nelle vocali
come in un regno subacqueo

Il giapponese si colloca
in schemi stampati
e si muove
lungo semiconduttori

L’esperienza della lettura
e ancor più del discorso
in russo convince
che troppo spesso
quando la parola si allontana dall’azione
diciamo
ciò che avremmo voluto meglio che possiamo

Ma in russo più di tutti
la cosa
va da sè
sbagliano
gli stranieri

NEVE

la neve è mandata sulla terra affinché nessuno creda che l’aria
sia incorporea
affinché nessuno pensi che il vento sia vuoto
la neve assicura
che la terra è accecante come il cielo
e ancora più accecante
e soprattutto con la luna
quando è evidente che la nostra terra
è una pietra preziosa
che può brillare sulla ciglia di ognuno
la neve si stende sulle strade affinché restiamo
con coloro con i quali ci troviamo
la neve si scioglie davanti ai nostri occhi
affinché non scordiamo
che tutto ciò che è affascinante è passeggero
la neve sta distesa su distese di libri non letti
la neve scricchiola sotto i passi dell’universo

* * *
Per la memoria delle onde del mare
è passato senza lasciar traccia
il medioevo sotto le vele
(se non consideriamo i tesori affondati)
i mondi antichi sui remi
(se non consideriamo le terre affondate)
l’ondata di scoperte geografiche
ha fatto rumore solo sulla terraferma
il mare non cambia
per quanto lo si sferzi con fruste
o vi si gettino bombe
(comprese quelle di profondità)
il mare non ricorda nulla
e noi
alcuni dov’è più profondo
altri dov’è più basso
entriamo tutti gioiosi
nell’acqua sconvolta e imperturbabile

DESERTO

deserto
ambasciata del sole caduta in disgrazia
deposito di tesori dei miraggi
incarnazione dell’antico sogno delle montagne:
fluttuare come il mare

di notte ognuna delle stelle visibili
sceglie per sé un granello di sabbia
e gettandolo di raggio in raggio dice –
questo è il mio –
le stelle invisibili rumoreggiano in invisibili altezze
scongiurando le stelle visibili:
allontanatevi
non vediamo niente
anche noi vogliamo toccare i nostri granelli di sabbia

di giorno tutti i granelli sono nell’abbraccio dell’unico sole
soltanto con il deserto il sole si sente alla pari
non con il mare
che è troppo assorbito da se stesso

per i saggi il deserto
non è solo il posto ove si trova ciò su cui riflettere
è lo spazio dei pensieri su quanto
valga ciò si cui
si è riflettuto

ODE AL TEMPO

Oh!
Oh, sei e mezza!
Oh, sette meno un quarto! Oh, meno cinque!
Oh, sette di mattina!
Oh, otto! Oh, nove! Oh, dieci!
Oh, undici, dodici, tredici!
Oh, pausa pranzo! Oh, po-
Stprandale sonno dell’intelletto! Oh, pom-
Eridiano riposo del fauno! Oh, pompo-
Se ultime notizie! Oh, cielo! Oh, cena! Oh, c’è
Sempre un’ultima goccia! Oh, ultima nube
D’una tormenta che si dissipa! Oh, ultimo
Foglio! Oh, ultimo giorno
Di Pompei! Oh, gioia
Dopo la pioggerella di giovedì! Oh, dopo
Di noi anche il diluvio! Oh, un di-
Luvio! Oh, undici
E mezza! Oh, meno cinque!
Oh, mezzanotte!
Oh, mezzogiorno!
Oh, mezzanotte!
Oh, in mezzo agli occhi! Oh, negli occhi!
Oh, all’ora di Mosca!
Oh, all’ora di Greenwich
Oh, allora, per chi suona la campana!
Oh, battaglia delle ore! Oh, fortunati!
Oh, sei e mezza!
Oh, mezzogiorno!
Oh, mezzanotte!
Oh, meno cinque!

ISTANTI D’ESTATE (frammento)

1

L’uccellino non è molto alto
e l’erba
è per lui più meravigliosa del cielo
e vi penetra
il sole che s’abbassa
e sembra
che falò baluginanti siano accesi
alla periferia d’ogni filo d’erba
e l’uccellino
non riesce a involarsi
non sa staccare gli occhi

2

L’uccellino canta ancora
un canto meraviglioso e sereno
e le ragazze han già incominciato a cantare
le proprie canzoni
delle quali non ne sanno
nemmeno una
fino alla fine
e il sole s’è fermato
non riesce a tramontare
non sa distogliere l’udito

3

Il sole
è tramontato
Svegliati
dalla sua alba
lo incontrano
coloro
per i quali
esso è formato
di suoni e lettere

4

La luna
indugia non sa decidersi a muoversi
là nel suo vecchio cielo
si vedono le sue
intenzioni eteree
Le betulle
l’hanno attesa, l’hanno attesa
e si sono illuminate esse stesse
di lattei filamenti come steli
Girate
intorno alla bianca luce delle betulle
là dove
la luna
non sa decidersi a muoversi


Traduttore – Maurusio Massimo