Velo

Âèòàëèé Ëåîíåíêî
Sei sacre effigie della Madonna del Museo nazionale di Palazzo Venezia


1

Veliero purpureo, veleggi
nel sfavillante cielo di carbonchi
calmando tempeste.

Il tuo piccolo capitano,
c’e' un libro, scatola nella sua mano,
che ha dentro
la voce celata
del mondo e del mare.

Nella quale, in ogni parola udita
e non udibile parola
riconosciamoci
ogni volta,
in ogni volto, in ogni contorno, in ogni costellazione.

2

Il libro mentre spalancato
e preso in grembo
mette in movimento
il cammino da raddrizzare,
porgendo verso l’alto,
tendendo avanti
il tronco, gli stinchi, le mani. 

E’ solo ventre materno,
sono soltanto i seni
che non indicano il senso di corsa,
non gridano “la'!”,
ma sono instaneamente tondi
come il sole al tramonto,
come un plenilunio.

Ed il velo con ansia
aggira il capo, come un cielo
che volta in fila
inverni e primavere,
tramonti ed albe nuove.

3

Le stringhe del tuo guarnello
mi paiono scala di corda
lungo l’albero appena oscillante.

C’e' sole. Abbaglianti riflessi.
La vela calata in quiete.

Tutta l’ascesa di nostra vita
ci porta al tuo indicibile volto
che dona quello
che mai avremmo altrove.

Ma questi chiodi, chiodi
come prima
dai nostri corpi,
dall’impronte dei nostri talloni
non si staccano mai...

4

Sei giardino,
il giardino vellutato scarlatto
dai fiori, dalle foglie d’oro.
Come se alle piaghe delle nostre spalle picchiate
da troppo tempo si guardasse
la tua belta'
colla sua pieta' silenziosa...

In questa vita
non siamo lasciati di guarire.
Tutti siamo fatti
da infermita', da dolore.
Ma il tuo velo
e' l’unico rimedio
per curare le nostre ferite.
Con quello, in ogni istante
intorno a noi di questo mondo
si trasforma la creatura.

5

Sfera di sfere, flusso di pianete, cerchio di galassie
e' il tuo seno pieno di latte.

La quiete del tuo Bimbo
nube bianca nel cielo di palme.

O il tuo sguardo!  O il vento
che di dentro e di fuori di me
eternamente suona.

6

Senza parlare,
; pieno di voglia, come una vela,
tira forte il velo materno.
Con la sua piccola mano
il tuo sodo corpo si scuote
come un albero a vento.

Tempeste sono i suoi improvvisi risvegli;
allora ; capriccioso
lui, il bimbo che comanda
tuoni e fulmini.

Sapiamo pero': la tua mano
e quella sua, in una stretta nuziale,
per l’eternita', sono unite
nell’ Invisibile.

7

Conclusione

In mezzo di Alfa e Omega e'
un abisso di suoni e segni
taciti, non rivelati,
rinchiusi nel gemito infantile
o nel sbuffare assonnato.

Inconcepibile Tu.

Mille volte che entro
Sempre mi fermo
alla porta mai oltrepassata.

Qui, in mezzo ai fianchi rotondi,
qui, in mezzo alle mani intrecciate,
sono rinchiusi il nostro spazio e il nostro tempo.

O la polifonia fluviale
gorgoliante, non esprimibile

mai

fino alla fine...