Bamba, Mamba, Lamba Italiano

Ðàìèðî Ëåáåäåâ-Òîëìà÷
    Bamba vive in Africa. Ha dieci fratelli e sette sorelle. Suo padre è capotribù. La loro tribù e molto pacifica. Quando si trovano in guerra con una tribù vicina o se c’è un semplice conflitto al confine, non tormentano mai i soldati prigionieri del nemico. O li trasformano negli schiavi, oppure, se il soldato ha l’aspetto appetitoso, preparano un bel barbecue di lui. Bamba ha un modo di vita modesto. Ha tredici anni ed è sempre assolutamente libero. Suo padre lo vuole andar a scuola, ma a Bamba pare che sarà una semplice perdita di tempo per il futuro guerriero. Per di più Bamba non può sopportare nessun pensiero che un tizio miserabile con i denti bianchi e in costume nero (per non parlare della cravatta cretina al suo collo; dopo tutto non siamo a Vorkuta) sarà a insegnargli come si deve spellare un ospite inaspettato!
    L’altra cosa è che il suo fratello maggiore, Mamba, è andato a Mosca dieci anni fa. Voleva semplicemente diventare medico, ma tutto quello che ha imparato era come produrre la vodka fatta in casa di pocchissimi ingredienti. Certo che ha imparato tutte le parolacce russe e sapeva usarle perfettamente quando la sua cura non aiutava il paziente. Specialmente gli piaceva menzionare la madre del paziente, eppure nessuno poteva capire che cosa esattamente voleva da lei. Forse è stata la sua paziente anche lei.

Un giorno Lamba, un amico di Bamba ha preso un raffreddore, e qualche persona «di buon cuore» gli ha consigliato di rivolgersi a Mamba. «Il più grande medico di tutti i tempi» ha detto che per quanto riguardava il naso non c’era niente da preoccuparsi. Secondo lui, l’unico motivo della sua lieve malattia era la sua gamba sinistra e doveva esser operata subito. Beh, per accorciare un po’ questa lunga storia, diciamo, che dapprima gli ha tagliato la sua gamba sinistra, poi quella destra, seguita dalle sue braccia. Alla fine il paziente ha deciso che senza gli arti la sua vita ha perso alcun senso ed ha pregato di essere ucciso. Mentre gliene pregava stava ancora starnutendo. Adesso il cranio di Lamba si trova all’asta davanti alla capanna di Mamba ed ogni paziente ci ripensa due volte prima di bussare alla sua porta.

     Un bel giorno è successa una cosa tragica all’ambasciatore svizzero. Stava camminando per la giungla e dopo un po’ si è perso. Ad improvviso ha visto alcuni uomini con le lancie nelle mani. Come si è saputo quelli erano gli uomini dalla tribù di Bamba che avevano fatto la caccia per un paio di giorni e senza alcun risultato. Hanno offerto volentieri di accompagnarlo nel villaggio vicino. Von Fritz non aveva nessun’idea perché i suoi nuovi amici erano così felici di vederlo. Ma quando l’ha capito, ormai era troppo tardi. Le autorità svizzere sono andate su tutte le furie, quando hanno appreso quello, ch’era successo. Ma Ramba, il padre di Bamba, era un diplomatico di talento e un uomo d’onore. Ha detto soltanto: «Il vostro ambasciatore l’abbiamo mangiato per  errore. Mi dispiace. Potete mangiarvi alcuni dei nostri!» Ecco com’è stata sistemata questa discussione internazionale con la soddisfazione bilaterale di entrambe le parti.
     Dunque se capitate in Svizzera, non dite a voce forte i nomi di Mamba, Bamba o Ramba. Bene vi ho avvertito.


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