L’originale in russo: Olga Juravlyova, il 7 aprile del 2017 a Roma
La mia prima poesia scritta a Roma e su Roma ad una lezione sul Trattato di Maastricht all’Istituto Luigi Sturzo
Traduzione quasi fedele in italiano: Olga Juravlyova, il 18 giugno del 2017, Perugia, notte
Gli acquazzoni di color viola
Hanno bagnato la citta' antica Roma
Che e' diventata oggi solo mia
Tutt'incantata da questa meraviglia.
I fili magici nelle cascate blu
Sono i dolci glicini in fioritura,
I misteriosi ospiti ipnotici al vento
Tremando dondolano come sogni.
Appesi grappoli come orecchini
Ornando gli abiti purpurei divini,
In aria volano i pensili giardini
Intrecciandosi nelle poesie mie.
Da una nebbia d'indaco avvolta,
E affondata in un aroma inebriante,
Nell'ingannevole profumo di un istante
L’antica e amata Roma mia sciolta.
Qui le fiorenti fantasie al di la'
In un delirio mio di color viola
Stanno perdendo le lacrime lilla'
Per la disgrazia tutta mia sola.
E cadono in terra come piogge blu
I galleggianti dolci fiori violetti,
I petali son sotto i miei piedi in tappeti
E li calpesterai, puo' darsi, anche tu.
E' la dipinta mia primavera violetta
Quest'anno dai colori delle Fate,
E' innamorata dei mistici veleni
Di un tramonto blu oltremare scuro.
Mi guarda dentro questa primavera
Con i tristi occhi dei glicini suoi
E il pianto delle piogge violette
Mi agita con le sue lacrime segrete.
E quella primavera nubile che vola
Mi appare in bianco, poi in blu e rosa,
E arde sempre come una sposa
Col suo desiderio timido viola.
Si e' cosparsa in gocce delle piogge
Di color lilla' d'aroma inebriante
Sotto i piedi di una viandante,
Nella citta' che e' stata mia oggi.